LETTERA AL MEDICO IN MANICOMIO di Alda Merini

“Lettera al medico in manicomio” è una breve performance di teatro e danza liberamente ispirata al testo della stessa Merini. Dalla biografia della poetessa possiamo dedurre che è stata scritta negli anni dopo l’internamento nell’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano (terminato nel 1972) e in quello di Taranto (terminato nel 1986), episodi che segnarono profondamente la vita di questa donna poiché dal ’72 al ’79 smise di scrivere.
“L’altra verità. Diario di una diversa” è il suo primo libro in prosa pubblicato nel 1986 da Vanni Scheiwiller che, come scrive Giorgio Manganelli nella prefazione al testo, “... non è un documento, né una testimonianza sui dieci anni trascorsi dalla scrittrice in manicomio. È una ricognizione, per epifanie, deliri, nenie, canzoni, disvelamenti e apparizioni, di uno spazio – non un luogo – in cui, venendo meno ogni consuetudine e accortezza quotidiana, irrompe il naturale inferno e il naturale numinoso dell’essere umano“.
Il testo della lettera preso in esame dalla compagnia viene proposto ed interpretato contemporaneamente da un’attrice ed una danzatrice. Sulla scena quindi la figura di Alda Merini è volutamente “sdoppiata”: la voce ed il corpo.
Le interpreti, rimanendo fedeli al linguaggio artistico di ognuna, “dialogano” tra loro usando lo spazio senza mai sovrapporsi in un continuo susseguirsi di immagini dense che svelano la forza, l’ironia e al tempo stesso la fragilità di questa donna. La duplice espressione artistica rimanda anche al disturbo bipolare che le fu diagnosticato già nel 1947.
Il tempo sembra essere sospeso mentre riaffiorano pensieri ed emozioni che ripercorrono la vita della poetessa che, come traspare dal testo, è stata costellata di gioie e sofferenze legate al suo essere innanzitutto donna e poi moglie e madre.


Lascia un commento